Il cardinale Matteo Maria Zuppi, volto affabile e ormai immancabile della Chiesa Cattolica italiana, ha deciso di sfidare il governo Meloni sul terreno meno spirituale e più scivoloso di tutti: quello dei soldi. Il casus belli? Le modifiche all’8×1000, quel marchingegno fiscale che da decenni assicura alla CEI un flusso costante di denaro benedetto.
L’argomento è di quelli che scottano, tipo minestra bollente in bocca: tutti dicono di non volerci mettere mano, ma appena uno lo tocca, scoppia il finimondo. Zuppi, con toni da predica indignata, parla di “delusione”, “danneggiamento”, “disparità”. Il governo, dal canto suo, si limita a fare spallucce: “Non guardate noi, guardate Conte”. Insomma, la colpa è sempre dell’altro.
Il cardinale fa sapere che non è questione di vil moneta, ma di carità. Dice: “Non ci interessano i soldi, ci interessano i poveri”. Una frase che sembra uscita da un manuale di spiritualità, ma che – nella sostanza – significa: meno soldi, meno opere. E poco importa se lo Stato ha solo aggiunto la possibilità di destinare l’8×1000 anche alla lotta alle dipendenze: per la Chiesa, ogni concorrente è un ladro di elemosine.
Nel bel mezzo di questa disputa terrena, arriva la replica governativa, con la delicatezza di una colata di cemento: “Noi abbiamo solo completato ciò che Conte aveva già iniziato nel 2019.” Tradotto: non è sabotaggio, è continuità legislativa. Una toppa che somiglia tanto a un cerotto su un cratere.
E siccome in Italia nessuna polemica è tale senza il solito Matteo Renzi, ecco che l’ex premier entra a gamba tesa, con la finezza che lo contraddistingue: “Governo arrogante e sordo.” Per una volta difende Zuppi, magari sperando in qualche Ave Maria elettorale.
Ma il punto, quello vero, è il Concordato: quel patto di non belligeranza firmato tra Stato e Chiesa, che ora rischia di saltare come un confessionale durante una sagra paesana. Zuppi parla di violazione dell’accordo, Roma risponde col burocratese. Sembra un derby giocato su un campo minato, dove il pallone è fatto di banconote.
Il disagio del cardinale non è solo dottrinale, è politico. E soprattutto economico. Quando si tocca il portafoglio, anche i santi si fanno nervosi. E mentre le firme a favore della Chiesa calano, quelle per lo Stato aumentano. Un segnale? Forse. O magari solo disaffezione vestita da coscienza civile.
Zuppi, comunque, si dice fiducioso in un lieto fine. “Non vogliamo privilegi”, ripete. Ma è come sentire un aristocratico dire che non ama le eredità. Il problema non è la nobiltà d’animo, è la gestione delle risorse. E i poveri, come tutti sanno, non mangiano grazie alla buona volontà. Serve altro. Serve denaro.
Alla fine, tutti lanciano strali con la disinvoltura di chi predica bene e razzola dove capita. Ma la domanda resta: come si ripartisce equamente un bottino che tutti considerano proprio? Come si garantisce la libertà della Chiesa senza che diventi monopolio?
Per ora, ognuno gioca la sua parte. Zuppi veste i panni del pastore tradito, il governo quelli del tecnico imparziale, e Renzi quello del giullare d’opposizione. Il sipario resta aperto, la commedia continua. E come in ogni buon teatro all’italiana, alla fine ci saranno applausi. Ma non è detto che qualcuno voglia davvero pagare il biglietto.
FONTI
- Zuppi contro il governo, Renzi lo difende: “Ha ragione, l’8×1000 non si tocca” – La Verità
- Matteo Zuppi contro il governo Meloni per l’8xmille: “Decisione unilaterale e ingiusta” – Today
- Zuppi sull’8xmille: “Delusi dal governo” – La Voce e il Tempo
- Zuppi batte cassa: deluso dal governo per l’8×1000. Ma la modifica è del Conte 2 – Secolo d’Italia
- 8×1000, Zuppi: “Delusi dalla decisione unilaterale del governo” – La Vita del Popolo
- Zuppi e la polemica sull’8×1000: “Esprimo delusione, la Chiesa danneggiata” – ItaliaOggi
- Le ingerenze di Zuppi sull’8×1000 – UAAR
- 8xmille, la delusione di Zuppi per la scelta del governo – Roma Sette
- Zuppi: “8×1000, la Chiesa danneggiata”. Il cardinale attacca il governo – Il Messaggero
- Zuppi e l’8×1000, il cardinale si dice deluso dal governo – Il Resto del Carlino