La Chiesa cattolica è un colosso vecchio di secoli, abituata a camminare sulle sue tradizioni come su binari ormai logori. Però, ogni tanto, arriva uno nuovo sul Soglio che dà una bella scrollata all’albero, fa cadere qualche frutto marcio e ci mostra che sotto la polvere c’è ancora qualcosa di vero, di genuino. Maggio 2025, Papa Leone XIV è questo: un tipo che in pochi giorni ha già lasciato il segno, dividendo il mondo tra chi lo guarda con speranza e chi lo fissa con sospetto.
A partire dalla sua firma: una grafia minuta, che pare un arabesco appena sussurrato sulla carta, con tratti che l’esperta Evi Crotti, chiamata dal Corriere della Sera, ha interpretato come uno specchio della sua personalità empatica, umile e riflessiva. Un Papa che si controlla, che tiene a bada l’ansia dei riflettori. Ma non si pensi che questa sia una debolezza: è nell’equilibrio tra introspezione e azione che Leone XIV sta costruendo la sua narrativa, un ponte tra il silenzio e il mondo.
E poi c’è quel suo nome, “Leone”. Non è un nome che si prende alla leggera, e molti si sono chiesti il perché di questa scelta. Un cardinale, Ladislav Nemet, ha proposto una lettura che vede Leone XIV come un “leone” per i tempi moderni, destinato a proteggere la Chiesa dai tanti “lupi” che si aggirano tra le sue mura. Un’immagine potente, un pezzo di teatro antico che evoca l’idea di un pastore pronto a brandire il bastone quando necessario.
Ma qui non c’è spazio per il populismo. Leone XIV a questo gioco non ci sta. Saluta di buongusto l’idea dei selfie, come riportato da Il Messaggero, perché sa bene che l’immagine non è sostanza. Sa che la sacralità del ruolo papale si staglia contro le mode passeggere come una cattedrale gotica nel cuore di una metropoli moderna. Non è narcisismo da social quello che cerca; è piuttosto il richiamo a qualcosa di più alto, di universale.
In un mondo in cui tutto è merce, incluse le immagini patinate sorridenti, Leone XIV scommette sulla sobrietà e su una presenza sui social che promuove la fede anziché l’immagine personale. Rifiuta il richiamo del flash per restare fedele a un modello di leadership meno carismatica, più pastorale, che dirige lo sguardo dei fedeli verso i valori spirituali.
Ecco, quindi, il suo richiamo alla spiritualità autentica e alla dignità del papato, che riecheggia in un articolo di Korazym. Qui si riflette sul significato del bacio dell’anello del Pescatore: non un gesto di sottomissione, ma un atto che ricollega il fedele alla tradizione, alla continuità con Pietro. Un’immagine forte di rispetto e di ministero, in netto contrasto con l’esibizionismo di chi vuol far della fede un prodotto da vendere.
Ma non ci nascondiamo dietro un dito: Leone XIV non arriva in un contesto ecclesiale facile. La Chiesa, oggi, è più che mai un’istituzione intrappolata tra crisi di fede e divisioni interne, come un edificio antico che necessita di restauro per non cadere in rovina. Alcuni vedono in Leone XIV il nuovo restauratore, uno che riporta ordine, che cerca l’unità in un oceano di fratture. Il suo è un pontificato che si presenta già carico di aspettative, una barca che deve affrontare un mare troppo spesso tempestoso.
Le critiche non mancano, beninteso. C’è chi, come riportato da Blog Messainlatino, teme che Leone XIV possa incanalare la Chiesa verso un conservatorismo retrivo, una sorta di reazione nostalgica ai bei tempi passati che non torneranno più. Alcuni lo vedono come un tentativo di tornare indietro, di chiudere le porte a un mondo che è cambiato e ha bisogno di risposte nuove e creative.
Niente di tutto questo però sembra scalfire la visione di Papa Leone XIV.
Leone XIV sembra destinato a diventare un punto di riferimento, nel bene e nel male, per una Chiesa cattolica alle prese con la modernità. È un Papa che si presenta con i piedi ben piantati nelle radici della tradizione, ma con lo sguardo rivolto alle sfide future. È il tipo di leader che scuote senza urlare, che invita a riflettere senza imporre. Riuscirà a unire quei pezzi che sembrano così staccati? Solo il tempo lo dirà, ma di certo, a guardare come ha iniziato, in molti sono pronti a scommettere un rosario sul suo successo.