In Vaticano si gioca anche a tennis. E Papa Leone XIV è in prima linea

In Vaticano si gioca anche a tennis. E Papa Leone XIV è in prima linea

Altro che fumate bianche e incensi: tra cupole barocche e segreti millenari, nel cuore più blindato del Vaticano sbuca fuori, con nonchalance, un campo da tennis. E no, non è una visione da febbre alta. Esiste davvero. È lì, con tanto di vista su San Pietro e rete tesa come certe diplomazie vaticane. Roba da far impallidire i fan di Wimbledon e i cardinali di Curia insieme.

Non è una novità assoluta, sia chiaro: per anni ci hanno battuto ace e smorzate prelati in tonaca e guardie svizzere coi polpacci sodi. Alcuni, col tempo, sono saliti di grado: prima la volée, poi la porpora. Succede anche questo, nel teatrino romano dove si celebra Dio ma si gioca spesso al risiko del potere.

Ora però il campo torna sotto i riflettori. E lo fa con uno sponsor d’eccezione: Papa Leone XIV, nuovo pontefice con la faccia bonaria del vicino di casa e la racchetta pronta. Lui si definisce “giocatore dilettante”. Ma attenzione: qui non si tratta solo di sport. Il colpo è mediatico, ecumenico e — chi lo sa — magari pure strategico.

La mossa ha il sapore di un rinnovamento più carnale, più laico, quasi profano. Eppure tremendamente efficace. In un tempo in cui la Chiesa parla spesso a vuoto e raramente ascolta, vederla sudare, ridere, persino perdere un set, può avere un valore inedito. Forse è proprio così che si recupera il contatto con la realtà. Non dall’altare, ma dalla linea di fondo.

Certo, i cinici alzeranno il sopracciglio: “Si gioca mentre la barca affonda?”. E come dar loro torto. Gli abusi, i bilanci opachi, la crisi vocazionale — mica roba da ridere. Ma nemmeno si può vivere eternamente nella penitenza. C’è bisogno di un respiro, di un gesto che parli un linguaggio più semplice, più umano.

Perché sì, dietro la battuta del Papa c’è un messaggio. Non tanto teologico quanto esistenziale: si può essere santi senza essere statue. Si può guidare senza gridare. Si può servire — in campo e fuori — con leggerezza e gravità insieme.

E allora eccolo lì, Leone XIV, pronto a scendere sul sacro cemento armato, magari con la papalina al posto della fascia. Non per distrarre, ma per unire. Perché in fondo è sempre lì che si gioca la partita vera: nel campo delle relazioni. Dove il vero miracolo non è il rovescio liftato, ma la capacità di accorciare le distanze tra chi sta sul trono e chi sta in panchina.

Chissà, magari il tennis salverà più anime di certi sinodi.


Fonti:

  1. https://www.repubblica.it/esteri/2025/05/11/news/campo_tennis_segreto_vaticano_leone_xiv-424180326/
  2. http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/25_maggio_11/vaticano-ecco-il-campo-da-tennis-con-vista-su-san-pietro-su-cui-giochera-papa-leone-xiv-4bcbb4cc-7209-4001-aa9a-a1cca2de0xlk.shtml