in Papa Leone XIV

Papa Leone XIV e Pokémon, la Chiesa gioca a carte scoperte

Sembra una di quelle trovate da film grottesco, ma è tutto vero, confermato e virale: Papa Leone XIV ha firmato una carta Pokémon. Non una qualsiasi, ma quella di Popplio, l’allegro Pokémon di tipo Acqua, mascotte della settima generazione. Una scena che pare partorita dalla mente di uno sceneggiatore su acido, e invece è cronaca pura, diffusa a colpi di like e condivisioni in ogni angolo del globo.

Una firma, un gesto, uno scatto virale. Ma perché Sua Santità, guida spirituale di oltre un miliardo di anime, avrebbe prestato la mano a una simile stravaganza pop? E soprattutto, come si è arrivati a questa curiosa epifania nerd?

La genesi: un gioco di parole che fa impazzire il web

Tutto nasce da un equivoco fonetico degno di una sitcom anglosassone. “Pope Leo”, com’è noto il Papa in inglese, suona terribilmente simile a “Popplio”. Una coincidenza linguistica che, nella galassia iperconnessa del web, ha avuto l’effetto di un fiammifero gettato nella benzina. I social sono esplosi: meme, battute, parodie.

E a cavalcare l’onda virale, un giovane danese della diocesi giovanile di Copenaghen. Secondo quanto ricostruito, si è presentato all’udienza papale armato non di rosari o santini, ma di una carta Pokémon Reverse Holo di Popplio. E l’ha piazzata lì, sotto gli occhi del Papa, chiedendogli di firmarla. Un gesto semplice, quasi infantile. Ma il Pontefice, con la placidità di chi sa che ormai anche TikTok è missione, ha sorriso, preso la penna – mezzo scarica, dicono – e firmato.

Boom. Il mondo è impazzito.

Il post virale, le polemiche e lo show dietro le quinte

Il tutto è stato documentato su X (già Twitter, poi tornato X, o chissà), da un certo @ItsMeKingTheo. Tutto scritto in maiuscolo, com’è d’obbligo in questi casi: “IL MIO AMICO HA FATTO FIRMARE LA SUA CARTA POKÉMON POPPLIO DA PAPA LEO”. Tre foto a corredo: la carta, l’inchino, la firma. È bastata un’ora per far detonare l’Internet.

Ma, come da manuale del web, alla gioia è seguita la rissa. Una streamer danese, tale Farcai, ha denunciato il furto delle immagini. La carta sarebbe del suo amico, il vero protagonista sarebbe un altro. Il post originale viene cancellato, poi ripubblicato sotto altra paternità: @ReptileCake, utente Reddit che racconta tutta la vicenda con calma e dettagli, specificando che *no*, il ragazzo nella foto non è lui.

Una guerra di crediti in piena regola. Sembra roba da nulla, ma oggi l’identità digitale è moneta corrente.

@ReptileCake riporta tutto alla normalità. L’occasione era un pellegrinaggio giovanile per l’anno giubilare, un’udienza con il Papa come migliaia se ne fanno. “È stato tutto piuttosto semplice,” racconta, “controlli, discorso sulla speranza, poi l’invito a portare oggetti da benedire.”

E lì il colpo di genio: porgere la carta di Popplio. “Lui ha riso, ha preso la penna e ha firmato. È stato naturale.” Un gesto minuscolo, ma a suo modo rivoluzionario. Perché? Perché ci ricorda che il potere, quello vero, si esercita anche con una risata e una firma.

Una firma, un valore

Parliamoci chiaro: Popplio non è un Charizard, né un Arceus. È un Pokémon base, comune, catalogato come “scartabile” dai collezionisti duri e puri. Ma con una firma papale addosso, tutto cambia. La carta diventa un unicum, un cimelio, una reliquia pop.

Nel mondo delle carte da collezione, contano il contesto, l’aneddoto, la mitologia. La carta firmata da Papa Leone ha già un soprannome tra i fan: “l’unica Reverse Holo benedetta”. E se pensate che sia una barzelletta, sappiate che una Charizard autografata da Sarah Natochenny (voce di Ash) è arrivata a 20.000 dollari. Per non parlare della famigerata Ishihara GX.

Quindi sì, la firma del Papa potrebbe trasformare una carta da 2 euro in un oggetto da museo.

 

Il Papa pop: un pontefice coi tempi moderni

Papa Leone XIV non è nuovo ai gesti “controcorrente”. Primo pontefice statunitense, moderno quanto basta, tech-friendly e allergico alla formalità eccessiva. Il suo approccio pragmatico – e talvolta spiazzante – sta riscrivendo il vocabolario della comunicazione vaticana.

Per lui, una carta Pokémon non è un’eresia, ma un mezzo. Un pretesto per avvicinare, per sorridere, per dire: *la Chiesa vi vede, anche se siete su Twitch*. È un gesto che rompe le righe, ma senza scadere nella caricatura. Una piccola scintilla di umanità in un’istituzione che, diciamolo, ha spesso il freno a mano tirato.

Ovviamente, le reazioni sono state molteplici. I puristi hanno storto il naso. “Sacrilegio!”, “Spettacolarizzazione!”, “Questo non è un Papa, è un influencer!”. I più indulgenti, invece, hanno apprezzato il gesto come ponte tra mondi.

Nel frattempo, Reddit e X sono esplosi di meme. Il Papa che lancia Pokéball, che predica con Idropulsar, che sfida Satana in una lotta 1v1 su Nintendo DS. Internet, nella sua assurdità, ha fatto il resto.

Che valore ha una carta firmata dal Papa?

Per ora, il proprietario non vuole venderla. “È il mio artefatto personale,” ha detto. Una risposta che suona quasi mistica. E forse lo è. Perché al di là del prezzo – che potrebbe tranquillamente volare a cinque zeri – questa carta è diventata un simbolo: dell’incontro, dell’istante irripetibile, del mondo che cambia.

Un Papa che firma Popplio non è solo una notizia virale. È una pagina di storia minore, ma significativa. È la prova che sacro e profano, quando si incontrano, possono anche sorridersi.

Ciò che resta non è solo una firma blu su una carta da gioco. Resta un’istantanea di un’epoca in cui il Papa può diventare – con garbo e senza retorica – parte della cultura pop. Non per scimmiottarla, ma per dialogare. Per accorciare le distanze.

Forse il prossimo passo sarà una benedizione su un Game Boy Color o un Giubileo con magliette limited edition. Ma intanto, questa piccola storia ci mostra un’umanità viva, reale, sorprendente.

Un cortocircuito, sì. Ma di quelli che illuminano.


Contrariamente ad alcune voci circolate online, la firma di Papa Leone XIV su una carta Pokémon Popplio non è un fake. Questo gesto, che ha fatto il giro del web, è stato confermato da diverse fonti autorevoli, che riportano testimonianze dirette e dettagli precisi sull’incontro. Di seguito alcune delle principali fonti che confermano la veridicità della vicenda:

  • Polygon – Articolo con citazioni dirette del fan che ha incontrato il Papa e testimonianze sull’autografo.
  • Meristation (AS.com) – Conferma dell’evento durante l’udienza giubilare e dettagli sulla firma papale.
  • Kotaku – Descrive il Papa che ride, firma e mostra la carta alle guardie svizzere.
  • PC Gamer – Approfondimenti e dettagli sull’incontro papale e la reazione del Pontefice.
  • The Catholic Herald – Riferimento all’evento e alla benedizione della carta durante la visita di un gruppo giovanile.