in Celebrazioni Liturgiche, Papa Leone XIV

Roma in fermento per l’inizio del ministero petrino di Papa Leone XIV

Roma, questa eterna signora dallo sguardo antico, si appresta ad accogliere un evento destinato a rimanere inciso non solo negli annali della città, ma nella memoria collettiva del mondo cattolico. Il 18 maggio 2025, Papa Leone XIV inizierà ufficialmente il Suo Ministero Petrino. La cerimonia, ospitata nella maestosa Basilica di San Pietro e nell’omonima piazza, sarà ben più di un passaggio di consegne: rappresenta una possibilità concreta di rinnovamento per la Chiesa.

Nelle strade della capitale si respira un’aria di febbrile attesa. Ogni lastra di sanpietrino lungo via della Conciliazione pare in subbuglio, sorvegliata da un apparato di sicurezza colossale quanto invisibile. Roma si sta attrezzando per accogliere almeno 250.000 persone tra fedeli, turisti e delegazioni da ogni latitudine. Un bagno di folla che il prefetto Lamberto Giannini e il sindaco Roberto Gualtieri si dicono pronti a gestire con un piano di sicurezza tanto ambizioso quanto inevitabile.

Il Tevere sarà messo a riposo: divieto assoluto di navigazione a partire da sabato 17 maggio, giusto per scoraggiare ardimenti subacquei. Nemmeno il cielo sarà lasciato al caso: istituita una no fly zone per droni e oggetti volanti non identificati, come a voler blindare il firmamento. Sommozzatori e tiratori scelti presidieranno come sentinelle silenziose questo evento dal peso simbolico ed epocale.

Saranno 6.000 gli agenti dispiegati per presidiare ogni breccia, coadiuvati da 1.100 operatori della Protezione Civile. A questi si aggiungono 300 vigili del fuoco e 1.100 militari, pronti a intervenire con la discrezione di un esercito in giacca civile. Roma si affiderà a questa macchina imponente in un fine settimana che si preannuncia tanto affollato quanto cruciale.

E c’è dell’altro. Un migliaio tra volontari e personale d’assistenza si prepara ad accogliere, con pazienza certosina e genuina dedizione, la marea umana attesa. Tre aree di sicurezza saranno attivate, ciascuna teatro di controlli minuziosi per chi desidera avvicinarsi a Piazza San Pietro. Check-point inflessibili, dotati di metal detector incorruttibili e occhi attenti come quelli dei vecchi doganieri. Per chi resterà fuori dalla piazza, maxi-schermi a Piazza Risorgimento e Piazza Cavour garantiranno una partecipazione comunque viva, perché nessun gesto, nessuna parola vada persa.

Il sindaco Gualtieri affronta la sfida con l’aria di chi ha già visto parecchio: “Proponiamo un metodo che funziona molto bene,” afferma, con quella calma da oste di lungo corso. E il metodo servirà, eccome, per gestire l’arrivo di oltre 100.000 fedeli delle confraternite: una moltitudine compatta, coesa, che per un giorno metterà da parte le schermaglie cittadine per abbracciare un unico ideale.

Percorso tutt’altro che consueto per la Papamobile, che attraverserà via della Conciliazione fino a Piazza Pia, tracciando un itinerario simbolico, quasi liturgico, tra passato e presente. I fedeli seguiranno il corteo come moderne colonne romane, cercando nella processione un senso, una rotta, una speranza.

La vera sfida? Il coordinamento. Gualtieri non ha esitazioni: “La chiave è il coordinamento.” E non è retorica: decine di enti, autorità e figure religiose collaborano in sincronia, come strumenti di un’orchestra guidata da una bacchetta invisibile. Una sinfonia che, se ben diretta, potrà risuonare in ogni angolo della città con la potenza di un credo vissuto.

Roma si veste di nuovo, anche se con stoffa antica. Ogni dettaglio è studiato, ogni margine curato: la città si prepara a salire sul palcoscenico con la dignità di chi conosce il copione ma non rinuncia mai all’improvvisazione. Non è una vetrina per turisti, né un teatrino stanco: è uno spettacolo che sa rinnovarsi scena dopo scena.

Il messaggio è chiaro: l’insediamento di Papa Leone XIV non è un cambio di guardia cerimoniale, ma un inno alla comunione. Una Chiesa che non si rinchiude, che non teme di mostrarsi vulnerabile, che si offre come rifugio e come guida. Un’occasione per intrecciare la fede con la vita quotidiana, tenendo saldo un piede nella Tradizione e l’altro rivolto verso i ponti del futuro.

Papa Leone XIV ci ricorda che la fede non è mai stata una tana, ma un bastione. E Roma, con la sua storia e le sue contraddizioni, si prepara a scrivere un capitolo nuovo, che ha tutte le carte in regola per essere forte, coraggioso e – senza alcun dubbio – memorabile.

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