in Discorsi, Papa Leone XIV

Papa Leone XIV: ponti di integrazione o sogni nell’era del degrado ambientale

Il mondo accademico si trova davanti a un appello senza giri di parole. Papa Leone XIV ha inviato un videomessaggio denso di urgenza e tensione ai rettori di circa 200 università riunite a Rio de Janeiro. Non un luogo scelto a caso: Rio è il simbolo di una sfida autentica, dura e senza filtri, dove giustizia sociale e crisi ambientale si intrecciano come il sapore amaro e deciso di un caffè forte

Chi si aspettava la solita predica stanca e infiocchettata è rimasto di sasso. Leone XIV ha attaccato con un saluto cordiale, poi giù come un maglio su debito pubblico, crisi ecologica e responsabilità collettiva. Altro che incenso e Ave Maria: qui si parla di bombe a orologeria.

Il Pontefice ha richiamato con fuoco sacro le parole del suo predecessore, Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’. Un appello che più che invocazione sembra una sveglia urlata in faccia all’accademia. I rettori non devono limitarsi ad ascoltare: devono sporcarsi le mani, diventare muratori di ponti tra le Americhe e la Penisola Iberica. Basta con la giustizia da manuale, è ora di portarla in strada, fuori dai salotti ovattati delle università.

Con il COP30 alle porte, è chiaro che serve ben più di un documento pieno di buone intenzioni. Serve una scossa. La Rete delle Università per la Cura della Casa Comune vuole essere una fucina vera, non l’ennesimo club per accademici in giacca e cravatta. Il cardinal José Tolentino de Mendonça, con tono poco diplomatico, lo ha detto chiaro e tondo: la Laudato si’ è bussola, mappa e zaino di marcia.

Leone XIV non fa il diplomatico: lancia il suo messaggio come un sasso nello stagno. Il debito ci schiaccia, l’ambiente collassa e l’umanità sta a guardare. Serve agitare le acque, non lisciarle. L’università deve smettere di essere isola felice e diventare zona di conflitto culturale, di costruzione attiva. Chi pensa che basti pubblicare paper per cambiare il mondo, può anche andare in pensione.

Le reazioni? Variegate, come sempre. Vatican News lo dice senza giri di parole: il Papa intreccia i temi ambientali con la giustizia sociale, roba da far tremare le gambe a certi economisti da salotto. ACI Stampa si concentra più sullo stile che sulla sostanza, esaltando la figura papale come se bastasse il carisma per cambiare le cose. Poi c’è Korazym, che spiritualizza tutto e tira in ballo san Paolo, come se fossimo tutti in missione celeste.

Ma la parola che rimbalza nei corridoi è una sola: “ponti”. Non quelli di ferro e cemento, ma quelli di carne e cervello. Idee, confronto, scontro anche. Il messaggio è inequivocabile: non si può più aspettare. O si costruisce insieme, o si affonda da soli.

Il cardinal Tolentino alza il tiro: l’università non può essere una sala d’aspetto del futuro. Deve essere una fucina di realtà, dove si forgia il domani pezzo per pezzo. Il tempo delle chiacchiere è finito. Ora servono mani, gambe e coraggio.

Fuori dalle aule eleganti della Pontificia Università Cattolica di Rio, il messaggio di Leone XIV continua a risuonare come un tamburo di guerra. Questo Papa non vuole piacere, vuole scuotere. Non coccola, ma incalza. Una Chiesa che osa, che si mette in discussione, è l’unica che può davvero parlare al mondo di oggi.

Il sipario non è ancora calato. L’incontro durerà fino al 24 maggio, e il piatto è ancora ricco. Ma una cosa è già certa: i rettori se ne torneranno a casa con meno certezze e più responsabilità. E questa, nel mondo ovattato dell’accademia, è già una piccola rivoluzione.

Papa Leone XIV ha dato una sterzata. Non si limita a benedire, ma traccia una rotta. E se qualche animo delicato si sente urtato, pazienza: il cambiamento non è mai comodo. Ma è necessario. E questa volta, sembra che il Vaticano voglia davvero mettersi in cammino, con la barra del timone ben salda tra le mani.

Fonti:

Vatican News

ACI Stampa

Press Vatican

Korazym